Può capitare.

Mi sono sempre chiesta se nella vita frenetica che l’umanità conduce, ci sia bisogno di un evento di salute negativo che ci obblighi a fermarci e a spaventarci. Un episodio che serva per chiederci, se vale veramente la pena condurre la vita come la conduciamo, ben sapendo che le statistiche di ictus, infarti, sindromi da stress, collassi, esaurimenti nervosi sono in abbondante salita. Anche un banale herpes o una vitiligine sono da considerarsi malattie “da stress” e aggiungo io, da scarso amore per noi stessi. Sottoponiamo il nostro corpo ed il nostro cervello a gare stupide e nefaste con il nostro io più vero, desideriamo arrivare prima e subito in ogni situazione o contesto, nella speranza vana di auto ingannarci e che tutto quello che compiamo in una sola giornata sia routine e cosa normale. Abbiamo dato i natali al “multitasking”, che tradotto in modo più terra a terra, significa “il ballo di san Vito”. Leggendo un articolo molto interessante che parla di una nota signora greca nata ad Atene nel 1950, Arianna Huffington, giornalista e scrittrice con la esse maiuscola, prendo lo spunto per fare su di me il punto della situazione. Questa femmina leader, al vertice di una gerarchia aziendale colossale, donna colta ed intelligentissima, è nota ad un certo pubblico per aver fondato nell’anno 2005″The Huffington Post” (noto anche come HuffPost). E’ un quotidiano on-line e funge anche da aggregatore statunitense, fondato dalla signora nel 2005, assieme a Kenneth Lerer e Jonah Peretti. In breve tempo diventato uno dei siti più seguiti del mondo, numero uno della classifica Technorati[1]. Ne esiste anche una versione Italiana, edita da “L’Espresso” e diretta da Lucia Annunziata. Stiamo parlando di un blog che ha come iscritti e lettori nonchè come commentatori, persone del calibro di Barack Omana, Madonna, Hillary Clinton, Michael Moore, Larry David ed altri nomi altisonanti. Ma il punto non è questo. Non ha importanza quanto grandi siano i nomi che la seguono o il nome della signora in questione:è importante focalizzare l’attenzione e capire che con un pubblico di questo calibro, occorre essere sempre all’altezza del ruolo, altezza che si rivela piuttosto imponente e pericolosa. Occorre scrivere notizie interessanti, arrivare prima degli altri, arrivare laddove gli altri non sono ancora arrivati, dormire poco e studiare costantemente. Ecco il punto è questo: essere sempre i numeri uno, un passo avanti agli altri, altrimenti rischi di chiudere la baracca. La mattina del 6 aprile 2007, Arianna si risveglia in casa sua in una pozza di sangue. Vagherà poi da un ospedale all’altro, da una Tac ad una R.M., per capire che cosa le è successo. Per fortuna alla fine degli accertamenti la diagnosi si rivelerà banale: uno svenimento per mancanza di sonno e nel cadere, ha battuto la testa contro lo spigolo di un tavolo. Una volta trascorso il brutto episodio e dimenticata la paura provata, si tende però a riprendere il giro in giostra, magari ancora più agguerriti e onnipresenti di prima, in un delirio senza fine, arrabbiati per aver perso tra ospedali ed esami, giorni preziosi di ipotetici lustro e fama. Ma ne vale veramente la pena? orchidea lilla 006

Questo si è chiesta la signora Huffington e me lo chiedo anch’io tutti i giorni! Condivido con lei il pensiero che non è un successo essere i primi, al primo posto, sempre e comunque. Non da la felicità e l’onnipotenza rappresentare un colosso mondiale, di qualsiasi ramo imprenditoriale o politico si parli. Quella è certamente una felicità apparente e fasulla. Il successo vero è un altro, è consapevolezza di non essere immortali, è crearci un piccolo angolo dove nessuna mail o cellulare può entrare, è avere un’ora tutti i giorni per camminare all’aria aperta o semplicemente respirare a pieni polmoni, magari ad occhi chiusi nel silenzio più completo. L’ho sperimentato su me stessa, devo riuscire a dire più “no”, perché a furia di dire sempre “sì” metto me stessa all’ultimo posto. Dobbiamo darci delle priorità e rispettarle: nutrirci in modo corretto, dormire bene, fare attività fisica e… fare l’amore più spesso, facendo scorta di quelle endorfine e ossitocina che ci fa stare bene, allontanando la possibilità di avere malanni fisici irreparabili. Selezionare le cose vitali da quelle che possiamo rimandare o che sono perfettamente inutili dovrebbe divenire una regola di vita, come andare in bagno e bere. Le ricerche mediche ci informano che noi donne così facendo, vogliamo avere il primato anche su infarti e malattie del cuore, al pari degli uomini,ambiamo alle quote rosa anche sull’ictus e affini. Dobbiamo ricordarci che a qualsiasi livello di potere e di lavoro ci troviamo, abbiamo la possibilità di fermarci e dire stop. Non me la sento di colpevolizzare nessuna mia simile che sia manager o capitano d’industria, o ai vertici di colossi bancari, ma rifletto sui comportamenti “maschili” che esse adottano per essere al pari di colleghi maschi. Diventano spietate a volte, crudeli, cattive, gelose, acide, scontrose e competitive sino allo spasimo tra di loro, sostenendo ritmi disumani. Non sono banalità ma noi siamo donne, con le nostre fragilità e le nostre emotività e per nulla al mondo siamo al pari degli uomini, come forza fisica o resilienza. Fortunatamente! E’ stolto colui o colei che pensa che tutto ciò che può fare un uomo, lo può fare anche una donna. Parliamone e discerniamo. Sarà perché ho figli, sarà perché ho il terrore delle malattie, ma non me la sento di insegnar loro che dovranno arrivare al vertice del diagramma nella loro vita. E’ troppo faticoso e pericoloso essere sempre all’altezza, ne va della nostra salute che una volta persa o ridotta, non ci consentirà più di essere quelli di una volta. Insegnerò ai miei figli a scegliere in totale libertà di pensiero, ad osservare tutto ciò che di bello e semplice la vita può offrire loro,fosse anche solo una margherita di campo o una spiga di frumento. Io a mio tempo decisi di non scalare le vette, non ho rimpianti, spero anche loro facciano altrettanto. Solo così saranno liberi e sereni.primo febbraio 2016 003

Autore: Fabiana

Sono nata il 6/6/64. tutto il resto é noia, mi trovi su SHPOCK, su VINTED, SUBITO.IT. SE HAI BISOGNO CHIAMAMI X COSE SERIE al 3204380039!

7 pensieri riguardo “Può capitare.”

  1. Keep calm, insomma! Ottimo suggerimento quello di fare più spesso l’amore. Magari anche non spessissimo, ma senza fretta! Però care donne non allontanatevi dalla carriera! Solo fatela in maniera diversa… il mondo ha bisogno che prendiate voi le redini, alla maniera femminile però, non maschile!

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      1. No no fate da sole che è meglio! Noi ci dovete solo mettere da parte. Una sana società matriarcale, è quello che ci vuole. Meno conflitti, meno guerre… purtroppo le donne che arrivano a certi livelli spesso tendono a diventare peggio degli uomini, per dimostrare di essere migliori… io ho fiducia, comunque. Spero che vinca le elezioni Hillary, così avremo subito la prova… c’è già stata la Tatcher ma sinceramente definirla donna era un pò una forzatura… 🙂

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      2. Noi donne avremo tanti pregi ma abbiamo una cosa che ci frega molto: l’invidia e le gelosie tra di noi! Se togliamo quelle possiamo aiutarci a vicenda e fronteggiare parecchie situazioni. Ma non tutte, io almeno la penso così! Guarda quando pochi giorni fa ho pubblicato il simbolo del cuore credendo che fosse la settimana del tumore al seno, le uniche parole cattive da chi sono arrivate?

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  2. A volte serve. La paura serve, la natura ce l’ha concess per sopravvivere. Noi umanità moderna abbiamo fatto della vita un giro di giostra vertiginoso, e ne paghiamo le conseguenze. Dopo la mia malattia ho capito che non vale la pena avere la frenesia, di nulla, porta solo danni e stres, porta guai materiali ed emotivi. ma il mondo ormai è in corsa, credo che non si possa più fermare, a meno che…

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