
Esserci non vuol dire necessariamente scrivere o parlare. Io in questo periodo della mia vita, sto parlando moltissimo. Più di quanto non appaia. Parlo in un altro modo, con il mio stomaco e la pancia, parlo con gli occhi e scrivo con la mente. Mi esprimo con i respiri ed i sospiri, mi faccio ugualmente capire da chi mi vuol capire e da chi mi conosce nel profondo. Ho sentito tante di quelle stronzate negli ultimi tempi, che un po’ di sano silenzio non può che fare bene. Scrivo e leggo oceani di parole, cerco di farle anche un poco mie e di capire ciò che vogliono esprimere. Ma il suono della voce RARAMENTE esce. È periodo di colloqui a scuola, io ascolto i professori che mi chiedono puntualmente: come va signora Schianchi? Va, semplicemente, si va avanti, rispondo. Poi mi metto in silenzio ed ascolto ciò che hanno da comunicarmi su Alice. Avrei mille argomenti da sviscerare, ma rimangono chiusi a chiave nella mia mente, illudendomi che gli altri li leggano ugualmente. Mi è successo ancora, non volendo scrivere banalità o “riempitivi” x colmare un’altra pagina del mio diario, lascio che i giorni scorrano da soli, senza scrivere e senza parlare troppo. È un esercizio mentale molto difficile per me, parlatrice x eccellenza e amante appassionata della scrittura. Attendo che i pensieri si tramutino in parola e la parola dia origine ai fatti, non sempre graditi, ma necessari. In questo caso benedico il blog, che muto accoglie la mia riflessione odierna. Finalmente sono riuscita a scrivere.
