Mia madre Bianca nacque in un piccolissimo paesino del Parmense il 28 Maggio 1923. Avrebbe quasi un secolo di vita se fosse ancora viva! Ella era molto scura di capelli e di carnagione. Guardando le donne del tempo si accorse che alcune di loro erano bionde, molto chiare, una specie di biondo non eguale a quello del marito, cioè il mio papà,che biondo lo era naturale. Avrebbe voluto essere anche lei bionda, con quei riflessi paglia e raggi di sole che le avrebbero messo in risalto ancor di più la sua carnagione ed i suoi occhioni scuri profondi come crateri di vulcano! Non fu mai possibile a Bianca tingersi i capelli di biondo, sarebbe stata considerata una prostituta. Sfogò questo suo ardito desiderio sulle figlie femmine, concedendo loro se lo volevano, di farsi tingere i capelli di biondo. possibilmente un biondo molto chiaro. Fu l’unica concessione che ci fece,io iniziai verso i 13 anni con succo di limone e birra, mia sorella molto più tardi.
Vedendo solo il risultato finale non pensò che avrebbe creato in noi una piena dipendenza dal colore biondo. Infatti non appena c’è un poco di ricrescita castano scuro, corriamo dal parrucchiere a farci tingere di biondo. Un ennesimo nodo, una schiavitù, una catena, un condizionamento esterno di sguardi altrui che ci osservano come fossimo trasandate, fuori posto, sporche!
Personalmente nel corso dei miei 42 anni di tinte almeno un paio di volte ho ritentato di tornare del mio colore. Non ho resistito molto: l’attaccamento viscerale al biondo é talmente forte che essere come natura mi ha fatto, mi porta ad una depersonalizzazione totale. non C’È nulla fare: sono nata castana ma morirò bionda. O Bianca, come colei che ci indirizzo’ verso questa ennesima prigione.