









Sono in attesa della nascita di un altro Bambino, molto importante si dice, che ha cambiato le menti ed ha aggiunto valore a questo mondo. E ha cercato a nodo suo di diffondere amore e pace pur senza i mezzi di comunicazione si oggi. Usò solo la Sua parola bela Sua presenza, morì troppo giovane! A 33 anni nel fiore della Sua maturità e aveva ancora molte altre cose da dirci! Tra poco come simbolo di noi credenti lo adegeremo nella sua culla ora vuota, fatta di paglia messa in una mangiatoia per buoi. Noi avendo fatto 3 presepi tante sono le statuine accumulate negli anni, ne metteremo tre: Padre, Figlio, Spirito Santo. Neanche a farlo apposta! Credo che quest’anno un presepe in più non guasti, anzi! Spero di rafforzare la mia fede e le mie svanite speranze per un 2021 migliore, spero di diventare una persona migliore meno impulsiva e piu’ riflessiva ma temo che Gesù su di me debba fare un super miracolo!
Indubbiamente è un Natale diverso, ma penso non solo x il COVID, la gente ed i popoli sono molto stanchi e provati da un’infinità di eventi tristi e nefasti dei quali il COVID è la punta dell’iceberg. Che peraltro anche loro stessi si stanno sciogliendo come neve al sole.
Attendo quindi…
Buona serata di martedì 22 dicembre 2020 a voi tutti. Oggi mi devo rilassare e dedicare il mio tempo libero, poco in verità a Ninuccia che mi reclama prepotente. Vi consiglio di rileggere la II parte del IV cap. o almeno un pezzettino x agganciarvi a questo nuovo. Buona lettura stimata in….
Ma se esistesse qualche dannata anima che sa, di certo non parlerà mai!Dovessero tagliargli la lingua ed amputare i testicoli, non li conosci ancora i nostri compaesani?” Rosina sembrava un fiume in piena, usava un linguaggio che raramente Ninuccia le aveva udito proferire
Sembrava come impazzita, e non riusciva a trattenere con la diplomazia che le era consona, ciò che la sua mente covava. Vomitava tutto addosso a Ninuccia senza trattenere più nulla. E continuò imperterrita anche se il dolore alla gamba era lancinante” Hai persino consultato diverse sensitive, hai assunto detective, basta te ne prego. Torna in te, non ce la faccio più a saperti in questo stato! Torna a casa se non vuoi che stavolta il cuore ti si spezzi del tutto.” Rosina dovette trattenere un singhiozzo improvviso simile ad un pianto. Bevve un sorso di camomilla e tentò di proseguire, prese tutto il fiato che le restava in gola e disse” tu sei da sola senza me. Lo vuoi capire o no? ” Rosina deglutì ancora forte nella speranza si trovare una voce forte e ferma da usare, ma all’improvviso sentì come se un nocciolo di pesca nella gola la stesse strangolando e dovette chiamare Aristide con il cerca persone per farsi portare altra camomilla ed un antidolorifico forte. Allo stremo delle forze la povera donna si ritrovò con in bocca il lembo del lenzuolo ricamato, ora strappato dai continui morsi che Rosina Giudici gli dava per non urlare e far capire a Ninuccia che era disperata. Anche se non aveva più fiato continuò a conversare senza arrendersi. “Di conseguenza ci vedremo molto prima di un anno, i tuoi sessanta li festeggerai con noi a Palazzo, come ogni anno e non certo dove ti trovi ora. Abbi cura di te Ninni. Quando avrai bisogno di me, ammesso che tu ne abbia, sai dove trovarmi ma per saluti o scemenze ti chiedo di non disturbarmi più dal momento che la decisione che hai preso è una sentenza di morte per te. Io mi devo solo rassegnare e prenderne atto e così sia!”.
La conversazione era terminata ancor prima che Ninuccia potesse dire a Rosa che le voleva un bene dell’anima. Voleva urlare che ora sarebbe tornata a Bologna a casa, da lei e dalle sue figlie. Cercava in ogni modo la voce per dirle che era folle quello che stava per fare ma le parole non le uscivano dalla bocca, nemmeno una. Voleva anche rassicurarla che era la verità tutto ciò che aveva detto, ma era pur vero che indietro non sarebbe ritornata. Non aveva tagliato i capelli a zero causa un valzer degli ormoni, non si era fatta quel viaggio orribile per una voglia passeggera. Nulla di tutto questo: lei ora voleva solo trovare suo figlio, punto e basta. Anche se era in ritardo di 46 anni! Aveva come un fuoco che le squarciava il petto e non la lasciava respirare. Doveva trovarlo a tutti i costi anche se avesse dovuto rovistare e mettere a soqquadro tutta Castrolibero e la Calabria intera. Chiese al barista una toilette per prendere tempo e lui, asciugando distrattamente una tazzina gliela indicò dicendole ” In fondo a sinistra c’è il bagno, ma scusi noi due non ci conosciamo? Io sono Martino! Martino Ponzi e tu non sei…..
Ma sì che sei….tu sei Nin….” Prima che il barista potesse finire la frase Ninuccia scappò in bagno con la fronte imperlata di sudore. Stava per svenire, ma il pensiero degli occhi imploranti di Beniamino che l’avevano guardata solo per pochi minuti prima di esserle strappato via, le impedi’ di cadere. In un lampo le venne un’idea: si bagno’ le tempie ed i polsi con acqua fredda, si asciugò per bene ed uscì sicura di sé e determinata come non mai.” “La ringrazio per il telefono e per il bagno,signor…come ha detto che si chiama? ”
” Sono Martino Ponzi, ma non ti ricordi più di me Ninuccia?”
” Guardi che io non mi chiamo Ninuccia,mi sta confondendo con un’altra donna, io sono la dottoressa Scalzi Dora e sono qui per ricostruire l’albero genealogico della mia famiglia. Sono stata incaricata dal Comune di Modena per il quale lavoro e visto che sembra, dico sembra che io abbia la famiglia più antica come origini nel mio settore, quest’anno hanno scelto me per le ricerche! L’uomo del bar la fissò stupito. La riguardò ancora e disse dispiaciuto” In effetti ora che la guardo meglio non può essere lei,anzi! Lei non aveva queste forme e questi connotati. Anche se dopo tanti anni sarà cambiata certamente, ma ricordo che odiava i capelli rasati a zero come un soldato e so per certo che mai e poi mai se li sarebbe tagliati..Lei li portava sempre lunghi aveva dei boccoli meravigliosi anche se sua madre la obbligava a raccoglierli a crocchia come una vecchia nonna e voleva che li tenesse sempre nascosti con un foulard nero, in segno di lutto. Quale lutto poteva aver avuto una ragazzina? Alla mia rispettabile età non l’ho ancora capito: NINUCCIA era bellissima! Lei era la vita ed il sole di Castrolibero e non ce ne sarà mai più un’altra come lei. Era talmente bella che tutti noi ragazzi avevamo perso la testa, ma Ninuccia non ci credeva e diceva che si sentiva orribile con quella gobbetta sul naso. ” Me la farò togliere prima o poi, voglio un profilo perfetto ed il naso all’insù: così sembro una strega e temo di spaventare i bambini! Lo farò a Cosenza con i guadagni della vendita del mio primo libro”. Così diceva sempre lei, fiduciosa e certa che sarebbe riuscita a pubblicare il suo primo libro. Martino tornò in sé e smise di guardare il soffitto; aveva avuto una visione celestiale nel ricordare Ninni ma doveva tornare con i piedi per terra o avrebbe fatto avere a sua insaputa un attacco di panico alla donna che gli stava di fronte. “Mi scusi signora ma lei ha un naso troppo perfetto, capelli troppo corti quasi ehm….da uomo, lei è troppo dove dovrebbe essere poco ed è poco dove lei era il massimo, mi scusi la franchezza! Con la mia amica Ninuccia lei non c”azzecca proprio nulla.” Martino terminò il suo lungo discorso dopo aver onorato e santificato una donna che agli occhi di Ninuccia pareva già morta e beata. Era anche molto sollevata per non essere stata riconosciuta dal suo migliore amico. La trasformazione totale stava dando i suoi frutti.
Dovevano averla amata molto al paese i suoi pochi ma veri amici! Mi scuso tanto signora Dora Scalzi, come posso fare per farmi perdonare? ” beh, visto che me lo chiede, una cosa per me potrebbe farla e sarebbe molto gradita”
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“Tutto quello che desidera” rispose prontamente Martino, aggiustandosi il grembiule e posando sul bancone la.tazzina del caffè che oramai doveva essere asciuttissima e molto lucida! ” Avrei bisogno di trovare un alloggio che non sia una locanda o un albergo, mi accontenterei di qualunque abitazione, purché confortevole e pulita. Per svolgere il mio incarico avrò bisogno di diversi mesi di studio, quindi la mia abitazione dovrebbe essere diciamo per un periodo mediamente lungo e se possibile, in un luogo tranquillo lontano dalla confusione.
Voglio una vita spericolata voglio una vita come quella dei film, voglio una vita esagerata, voglio una vita come Steve Mc Queen
Dentro un film ci siamo già, una vita spericolata ce l’abbiamo. Cosa vogliamo di più dalla vita?
Mi sono dovuta fermare con la pubblicazione di Ninuccia perché il lavoro mi assorbe completamente! I miei clienti aspettano con ansia i prodotti da me acquistati! Io, mamma natale per eccellenza, scelgo, inventario, incarto e spedisco pacchi a ritmo incessante! I corrieri vanno e vengono da casa mia di continuo, sono le mie ” renne” che recapitano pacchinin tutta Italia ed Europa.
Finiti finalmente gli addobbi in casa mia ora mi concentro sulla fine degli ordini da evadere entro il 22 dicembre. Poi spero di riposarmi anche io qualche giorno rigorosamente in casa a godermi figli e marito. In quell’occasione di ferie scolastiche e chiusura dello studio di mio marito, continuerò con la scrittura e correzione di Ninuccia.
Questa mattina non riesco a cominciare con Ninuccia ma sento prepotente il bisogno di parlare di lei. Che fosse una donna e una nonna fuori dai canoni classici l”ho già detto mille volte, ma nonna Ione sebbene figlia di NN andava ben oltre l’immaginario. Prendiamo come esempio questo periodo dell’anno dove noi tutti, COVID O NON COVID sembriamo dei pazzi alla ricerca dell’addobbo più bello ed originale, noi che compriamo i regali alla sera della vigilia lamentandoci delle code nei negozi, noi che aumentiamo di 3 kg per preparazione di cibi talmente calorici che poi ci vogliono 6 mesi x smaltirli! Noi che senza movida e senza l’aperitivo siamo disposti ad andare a San Marino pur di farcelo! Una generazione di incoscienti e debosciati aggiungo io e direbbe nonna! Ione Corvini non era abbiente come sappiamo, rimasta vedova a 32 età con 4 figli da sfamare doveva veramente mettere insieme il pranzo con la cena, andando di notte in giro x trovare i ricci, catturarli con guantoni e dopo averli fatti bollire x togliere gli aculei, li cucinava arrosto! Oppure catturava le rane da friggere ed i piccioni x fare il brodo da dare ai suoi bambini piccoli tra i quali mia madre. Non si lamentava mai, non si sentiva mai dalla sua bocca la parola” stanca” oppure ” non ce la faccio più “. Chi l’ha conosciuta meglio di me, ( v. Mia sorella Giuliana) ha detto che nonna aveva anche il dono del timido sorriso e ad ogni avversità che la vita le presentava, lei reagiva con un sorriso. Raramente si arrabbiava e se lo faceva era una rabbia dolce, morbida, una delusione nei confronti di chi la stava ferendo in quel momento. Mai urla o strepiti ma sempre parole costruttive e alla fine perdono per tutti! PERDONO! Quella parolina che noi esseri poco umani, degli anni 2000 abbiamo perso per la strada. Voi lo sapete ancora che cosa significa perdonare? Lei sì, perdonava ed andava avanti!
Torniamo al natale, avendo 4 bimbi piccoli voleva in un certo qual modo mettere nella sua umilissima dimora un simbolo di questo Bimbo che nasceva la notte del 24 dicembre, dicono. Si recava notte fonda nel bosco a sradicare con la sola forza delle sue braccia un piccolo pino che poi avrebbe ripiantato e coglieva un mastello pieno di muschio vero ai primi segni di luce mattutina. Raccoglieva quelle tenere zolle di muschio con la terra attaccata stando bene attenta di non fare troppo male alla natura, quel muschio verde alto e soffice con una coperta di rugiada sopra e con tanti piccoli animaletti che avrebbero fatto parte del piccolo presepe. Un muschio che raccoglieva anche il mio amato papà Antonio x farmi fare un presepe il più realistico possibile! Altro che il muschio finto e puzzolente di plastica di oggigiorno! Occorreva andare vicino ai fossati o sulle rive dei torrenti per trovare quello più morbido e verde smeraldo! Arrivava quindi il momento di addobbare alberello e animare il presepio. Le coccinelle ( portafortuna diceva!) le lasciava tutte, le piccolissime chiocciole pure, qualche piccola lumaca la lasciava e le grandi servivano per la cena della vigilia.
Veniamo ai personaggi principali: li confezionava lei cucendo a mano con ago e filo dei rimasugli di abiti vecchi e logori, usava fili di lana, tappi delle bottiglie,fili sottili di ferro per fare i pastori e dal parroco un paio di pecorelle in coccio se le faceva prestare in cambio di servigi in chiesa. La neve? Una spolverata di borotalco che tanto amava, ma solo una spolverata perché doveva centellinarlo era la neve che mescolava ad un pizzico di preziosa farina! Le montagne, i dirupi, i torrenti e i ponticelli fatti con pigne con foglie, con rami di alberi, con tappi di sughero, sassolini di varie forme….una piccola e sbeccata ciotola piena d’acqua con dentro palline di pane vecchio erano il cibo per le ochette…
Insomma ad oggi si chiamerebbe ” riciclo creativo” lei perciò è stata un precursore e si ingegnava! Quanto avrei voluto vederlo ed ammirarlo quel piccolo capolavoro eseguito a mano! Sarei rimasta piacevolmente colpita dalla fantasia e dalla grazia di nonna e un paio di lacrime sarebbero sicuramente scese!A proposito anche la parola “ingegno” è caduta in disuso! Alla fine degli addobbi mancava la stella cometa che faceva disegnare a Bianca, la figlia maggiore( mia madre) che frequentando la prima elementare e avendo il dono del saper disegnare divinamente, sapeva come farla! Ecco fatto albero e presepe e Nonna Ione era fiera di averlo fatto x i suoi bimbi! Ma mancano i regali? Come si fa??
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Finché c’è vita c’è speranza?Io direi piuttosto il contrario: finché abbiamo la vita c’è speranza. Quando saremo morti che speranze potremo mai avere? Quelle di andare in Paradiso o all’inferno? In purgatorio ci siamo già, perciò….la risposta è scontata.
Tempo di lettura stimato in 20 minuti tranquilli
Buona lettura a tutti, con amore e pace.
L’identità che Ninuccia aveva deciso di assumere era quella della dottoressa Dora Scalzi. Per prima cosasi si era prefissata di trovare una dimora non lussuosa, quindi niente alberghi, dove senz’altro l’avrebbero riconosciuta, ma solo una ” cuccia confortevole e calda” le aveva raccomandato Rosina. Decise di chiedere aiuto al Parroco di Castrolibero, ma di quale Parrocchia? Si ricordava della chiesetta di Santa Liberata dove un tempo c’era don Gaudenzi Alessio come parroco e decise che quella parrocchia andava benone e per il nome che aveva, pensò che sarebbe stata di buon auspicio. ” Ma prima devo assolutamente telefonare a Rosina e sapere come sta. Ora cerco un bar con il telefono, dato che il cellulare me lo ha buttato via quel…quell’elemento di uomo che fissava il pavimento che spero di non rivedere per un bel pezzo a venire!”La sua bocca diceva queste parole ma il suo cuore pensava tutt altro: anzi si chiedeva come mai non si era ancora fatto vedere o non lo incontrava in nessun angolo del paese per ora.
Si aspettava che da un momento all’altro uscisse dal cilindro come fa il prestigiatore con il coniglio, almeno per chiederle come stava e se aveva freddo ai piedi. Entrò dentro al primo bar che incontrò sul suo cammino, l’insegna diceva” GLI AMICI DEL BAR” ed anche questo le sembrò di buon auspicio perciò entrò subito e chiese di poter telefonare. Acquisto’ dal gestore del bar diverse monete da due euro usando parte del resto che Mafaldo le aveva cambiato sulla corriera e che aveva conservato sul doppio fondo della valigia. Glielo aveva cucito Rosina, era di stoffa a quadri blu e bianchi
Sembrava una tovaglia da pic nic ma fungeva perfettamente da ripostiglio segreto. Dentro vi era la sua carta d’identità vera, la patente, le medicine e una fotografia di lei e Rosina da bambine. Inoltre aveva anche i documenti falsi di Dora Scalzi che le aveva procurato Aristide con l’aiuto di certi suoi vecchi amici fidati. Scalzi Dora, residente a Modena, nata il 14 ottobre 1950 ivi residente, in via Emilia Ovest n
55, professione: dirigente di primo livello. Stato civile: vedova
Nella fattispecie Dora era dirigente all’assessorato per l’istruzione, reparto politiche per l infanzia e l’ adolescenza. Prese in mano il telefono e compose il numero di casa, per fortuna fu proprio Rosina a riapondere” Pronto, Palazzo Ercolano, chi parla? ” con un sorriso che le avvolgeva tutto il viso, Ninuccia quasi urlò dentro al telefono ” Sono io Rosa, sono arrivata circa un paio d’ore fa, il viaggio è andato bene. Tu come stai? Che cosa ti ha fatto quella screanzata di Greta? Come sta Celeste? Ma soprattutto come stai tu! ” Ehi piano con la raffica delle domande, risponderò a tutto ma vai adagio con le parole altrimenti ti verrà uno dei tuoi attacchi ed io non sono lì con te ad aiutarti” disse Rosina cercando di dare un contegno alla voce già rotta dal pianto e dall’emozione di sentire la sua Ninni.” Tutto sommato non sto malissimo, ma ciò non vuol dire che io stia benone. Le lastre hanno evidenziato la rottura scomposta della caviglia, del crociato, ed anche la parte superiore del menisco. Ne avrò per almeno sei mesi con il gesso che mi hanno messo, poi ci sarà un intervento chirurgico abbastanza complicato e poi dovrò fare moltissima fisioterapia e poi…poi sono nelle mani del Signore. Parlando di persone sgradevoli come ua figlia Greta vorrai perdonarmi l’aggettivo? Sta facendo degli accertamenti in clinica per capire l’origine della sua nausea e soprattutto da dove le deriva tutto quel nervosismo che ha. Non sono dunque partite per Saint Moritz quindi ergo,se non sono rimbecillita del tutto che mi ha spinta per niente quella….quella..non oso definirla! Comunque tutto sommato stanno bene entrambe e ce la caveremo egregiamente anche senza di te! Io e Aristide temiamo per la tua salute ma tu questo lo sai benissimo, lo hai messo in preventivo che soffrirai molto?
Tu lo sai benissimo che la tua delusione sarà immensa quando avrai la certezza che lui è morto e non esiste. Non è mai esistito, se non per brevissimi istanti
Tu lo hai potuto vedere solo per un attimo, anche se il suo volto e’ stampato nella tua memoria da ben 46 anni. Hai deciso di partire da sola, di lasciarti tutto alle spalle, piantando in asso chi ti ama veramente, quasi per una rivalsa per dimostrare a te stessa che potevi essere anche per lui una buona mamma? Dovevi pensarci prima cara mia, non puoi più permetterti alla tua età di giocare con la vita degli altri, me compresa, per cercare un uomo che nemmeno conosci e che non puoi amare così tanto solo per averlo visto pochissimi minuti ” Rosina disse queste parole arrabbiata e tutte d’un fiato prima di perdere il coraggio per proferirle” Tu a questo punto vieni a dire a me che cosa è giusto e cosa non lo è? Sono io che non te lo permetto dal momento che quello stramaledetto mattino tu non l’hai fermata con la tinagliozza di mio padre, piantandogliela nella pancia, mentre io urlavo dal dolore come un’indemoniata.”
“Ma ti rendi conto Ninuccia di quello che dici? Noi eravamo piccole, impaurite in mezzo a quel fiume di sangue. Lei invece era un mostro di tre taglie più grande di noi messe assieme. Era pure ubriaca fatta, piena di forza e di odio. Non saremmo mai riuscite a batterla, nemmeno se tu fossi stata in piedi anche se sanguinante.” Non si lasciavano parlare a vicenda, quella telefonata si stava rivelando molto pericolosa perché erano ancora troppo arrabbiate con la. vita e con il destino ma si amavano profondamente e nessuna delle due voleva avere la responsabilità del dolore dell’altra e così finivano spesso per bisticciare.:” Ti chiedo la cortesia di lasciarmi finire di parlare, ti sottolineo che dovevi pensarci prima a compiere questo folle ed insensato gesto. Che cos’è questa improvvisa voglia di maternità tardiva, non ti bastano le tue figlie? Ora starai doppiamente male, la.tua salute come la mia non è più quella di un tempo e tu lo sai. Tu sei voluta partire da sola. Sì beh insomma tu per la.prima volta non sei partita con me.vicina, ecco sono riuscita a dirlo accidenti a te! Te lo hanno ripetuto fior di detective privato a suon di cifre folli, spese per sentirti dire che di lui non vi è traccia, non hanno trovato nemmeno una piccola lapide sulla quale piangere, non abbiamo nessun fottutissimo indizio di qualcuno che abbia sentito o visto qualcosa.Niente di niente a conti fatti tu non lo hai nemmeno partorito. Nessuno a Castrolibero ti vide con la pancia e lei non parlò con anima viva della tua gravidanza. O almeno così abbiamo creduto per mezzo secolo.
CONTINUO??
Quell
Ti