La decisione di mettere al mondo un figlio all’interno di una coppia stravolge in modo definitivo i ritmi e le abitudini consolidate dei due componenti. Nulla sarà mai più come prima dal momento stesso del concepimento e quello della nascita o della complicata crescita del figlio. Userò la parola figlio al maschile per semplificare lo scritto, ma le mie osservazioni sono rivolte ad entrambi i sessi senza ombra di dubbio. Se prima si era una cosa sola e si faceva tutto senza orari o costrizioni, liberi di farlo e felici di stare insieme, dopo il parto lui viene prima di tutto. Le sue esigenze sono in primo piano e fanno spesso saltare gli equilibri di una sana coppia, creando liti e rancori. Se poi questa ha già dei problemi latenti, con l’arrivo di un pargolo la coppia in genere scoppia. La mamma da chiocchia atavica qual’è, impegnata nel ruolo di protettrice e nutrice del piccolo, rivolge le sue attenzioni principalmente a lui e non si accorgeche un giorno dopo l’altro trascura il marito sempre di più, anche se non è sua reale intenzione agire in codesto modo. E’ inevitabile che la stanchezza e la depressione post partum ( non ditemi che qualcuna di voi non l’ha avuta nemmeno un pochino…). le notti in bianco ad allattare, le colichette del bebè, fanno sì che la donna da femmina qual’era, si trasformi solo in mamma allontanandosi sempre di più dal maschio, che ora è diventato papà. Ma se il maschio conserva parte della sua identità di uomo predatore e desidera ancora la sua donna dal punto di vista sessuale, la femmina non esiste quasi più trasformata in un ruolo ben preciso che nulla ha a che vedere con una femmina in calore. La coppia dunque si trasforma e perde la sua identità: da uomo e donna senza orari e senza regole, divengono papà e mamma e non sono più quelli di prima. Con le conseguenze spesso negative in ogni settore che interessa la loro vita a due. Che di colpo si trasforma a tre, a quattro, a cinque ma su invito del nostro Papa dovrebbe fermarsi qui. L’ aspetto che emerge con prepotenza e che ho potuto verificare di persona, è la gelosia del compagno nei confronti del figlio, che vede come un rivale man mano che gli anni crescono e con il susseguirsi delle cure e dell’attaccamento ad esso, che non si smorza anche se questi è cresciuto. Non c’è più bisogno di allattarlo, di tenerlo in spalla, di lavarlo e vestirlo, ma il figlio rappresenta sempre l’amore più grande per una donna da non confondersi con l’amore che essa nutre per il proprio uomo. Invece spesso c’è una soglia sottile nell’amore che una mamma prova per il figlio che senza sfociare in incesto, rappresenta un semtimento pari anche se diverso a quello che prova per il proprio uomo. Ma è difficilissimo amare due uomini contemporaneamente e i ruoli potrebbero confondersi. E qua sta la grande fregatura ed i fraintendimenti, e le paure nascoste e gli atteggiamenti di rivalità e gelosia. L’uomo è fortemente convinto di avere davanti a sè un rivale in amore, non ricordandosi che anch’egli ha contribuito a mettere al mondo questo/a giovanotto. Tante volte per questioni caratteriali o di altra natura si deve giungere ad una decisione e una madre che sia mamma dentro, si porrà sempre la domanda se scegliere in casi estremi il figlio o il marito. La risposta me l’hanno data le mie amiche, le mie colleghe di lavoro, le mie conoscenti e le mie parenti donne. Non una, in caso di separazione sceglierebbe il marito, non una sola. Il figlio è un pezzo di noi, una costola da noi generata che cammina per conto proprio ma nella quale noi stesse ci identifichiamo, proteggendolo e amandolo anche se ha raggiunto l’età della pensione. Un figlio è per sempre, di uomini e di donne il mondo è pieno mi rispondono tutte quante. Ma allora mi chiedo io una coppia che non ha figli, non ha ragione d’esistere se non è intenzionata a procreare un figlio? E se nel caso di nascita del piccolo e poi nel tempo subentra un divorzio, la donna siamo sicuri che scelga automaticamente il figlio.? L’istinto materno e di protezione verso la carne della nostra carne è più forte di tutto, anche della coppia che prima andava d’amore e d’accordo e che era una cosa sola, una simbiosi che bastava a se stessa e non aveva nessun bisogno di mettere al mondo un’altra persona. Di questo gigantgesco cambiamento il nostro uomo se ne accorge benissimo, masticando molto male il cambiamento e tratterà con rigore anche qualora non ve ne fosse bisogno il figlio. Egli starà sempre in guardia osservando e studiando i comportamenti della moglie: anche i più piccoli gesti che possono essere quelli banali di uno sguardo amorevole in più al bambino, il mettergli nel piatto il pezzo migliore della carne, lavargli i capelli anche in età adulta, fargli con pazienza il manicure ed il pedicure. Cose che non ci sogneremmo di fare al nostro uomo, a meno che questi non sia ammalato pertanto bisognoso di cure paramediche, ma che non sono amore passionale o sesso. La donna da sempre fattrice e nutrice degl iesseri umani, dimentica presto il sesso ed i favolosi amplessi del prima, allontanando con fermezza il maschio come se temesse di perdere energie da dedicare al figlio. Mi sembra che ci sia di che parlare…