L’avevate dimenticata?

CARI AMICI E AMICHE OGGI COMPLICE LA GIORNATA UGGIOSA ED UMIDISSIMA, FORIERA DI PIOGGIA E MALUMORI, CONTINUO CON LA CORREZIONE DELLA NS AMATA NINUCCIA. CHI NON RICORDA DOVE ERAVAMO ARRIVATI VADA AL GIORNO 11 MARZO PER RINFRESCARE LA MENTE CON ULTIMO CAPITOLO SCRITTO. MI SCUSO CON CHI STAVA SEGUENDO IL ROMANZO COSÌ BRUTALMENTE INTERROTTO.

Iniziava così….buona lettura per il capitolo odierno.
NINUCCIA RIPARTE DA ZERO. I..PARTE.

Dopo una quantità imprecisata di ore di sonno a Ninuccia parve di aver dormito almeno una settimana anche se con l’aiuto di parecchie gocce di sonnifero. All’improvviso un rumore assordante di campane la fece trasalire e si svegliò nel peggior modo che ricordasse negli ultimi quarant’anni. Si alzò di scatto dal divano e quasi casco’ in terra, buttò la coperta all’indietro che per poco non prese 🔥fuoco nel camino e cerco il suo Patek Philippe per guardare l’ora. Guardandosi attorno si accorse che quella non era la sua stanza a Palazzo Ercolani, quel divano non era il suo letto a baldacchino…e l’orologio? Ma dove era andato a finire il suo orologio ? Stropicciandosi con violenza gli occhi come per svegliarsi da un incubo,realizzò finalmente che era a Castrolibero, nella Chiesa dei Beati Martiri con un capo chiesa, cioè il Parroco che odiava le donne: don Pasquale Alessi.. Si ributto’ giù sul divano tappandosi le orecchie per il frastuono terribile delle campane che battevano otto rintocchi invitando i fedeli alla prima Messa della giornata. Guardando fuori dalla finestra vide un panorama triste e vuoto” ma dove mi trovo? In un campo di concentramento? Sono già pentita della.mia decisione di venire fin quaggiù: voglio tornare a casa 🏡mia , da Rosina e dalle ragazze. Beniamino perdonami ma io qui non ci resisto un minuto di più. Preferisco morire ma questo scenario non lo voglio più vedere davanti ai miei occhi!

La finestra era composta da un vetro semplice sbilenco, ne’ doppio e nemmeno blindato come erano quelli di casa sua. Era rotto in un angolo facendo spifferare un gelo atroce che le entrò subito nelle narici e nelle tempie che le battevano come avesse dentro un martello pneumatico. Non le riuscì possibile fermare il primo attacco di panico che aveva già iniziato la sua inarrestabile ascesa. Con le mani che le tremavano ed il petto che si spaccava in due, Cercò un ansiolitico che Rosina aveva nascosto nel doppio fondo della valigia. Prese un altro maglione da infilarsi e si mise vicina al camino per respirare a fondo quel calore naturale mentre contava i minuti che le occorrevano per far passare la.punta più alta dell’attacco di panico. Sapeva con esattezza che questo era un attacco di media entità e che sarebbe durato non più di dieci minuti, 3 erano già passati, ne rimanevano soltanto sette che sarebbero stati comunque interminabili. ” ora sto calma, mi concentro conto da uno sino a sessanta, respiro dentro alle mani,alzo il petto adagio ed i inarco la schiena. Lo so che passa, non è il primo e non sarà purtroppo l’ultimo. Non è un infarto e non morirò per questo, è solo una rottura di scatole in più. In verità di primo mattino avrei preferito una tazza di ☕caffè forte! Ma quanto ci vorrà prima che il cuore ❤ inizi a calmarsi? Oramai dovrei esserci..

Queste parole pronunciate da Ninuccia, ben scandite l’una dall’altra, erano una delle strategie che il prof. Ugoletti le aveva insegnato per far fronte a questi disturbi. Lo aveva imparato a memoria negli anni con molta volontà e disciplina oltre a diversi milioni di lire spesi in sedute psico analitiche, che fortunatamente avevano dato i loro frutti. Molti dei farmaci che assumeva sin da ragazzina, prescritte dal.dottor Baroni dopo lo stupro, non doveva più prenderle. Così come raramente le capitava di avere incubi notturni che la.costringevano ad urlare, ricordando sempre ciò che le era successo decenni prima.

Terminato anche questo attacco che era durato un pochino più della.sua previsione, si alzò di scatto dalla sedia e senti’ di essere affamata. L’errore sulla stima della durata dell’adp le diede molto fastidio, e si diceva che stava invecchiando. ” oramai sono proprio diventata vecchia e dovrei accettarlo, fare la.nonna e ricamare ma non sono ancora pronta a questo passaggio”. Alla parola ” nonna” si fermo’ ed ebbe uno scatto mentre le si accendeva una 💡lampadina in testa. Sua figlia Greta aveva mal di stomaco

e forte nausea, non mangiava più ed era molto debole….per un attimo pensò che poteva anche essere incinta, ma poi scaccio’ subito quell’ipotesi.

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