Come vi avevo promesso, penso sia giunto il giorno giusto, per proseguire con il ricercato e ambito racconto che tanto bramate. Fatto sta, che oggi 6 giugno 2013, giorno per me molto speciale, sono pronta, in grembiule di crinolina al profumo di naftalina, per proseguire la seconda parte del sensual racconto, quello delle casalinghe in grembiule e presumo, nude sotto ad esso. Comincerò con il dirvi che ieri sera ho passato un paio d’ore deliziose con un’amica d’infanzia, alla quale tengo moltissimo: per infanzia intendo, che quando, le nostre mamme ci hanno messe vicine l’una all’altra, per la prima volta eravamo in fasce e pannoloni, essendo nate ad un mese e poco più di distanza. Quindi le nostre vite sono iniziate da lì: sotto al grembiulino, intanto avevamo un pannolino, di cotone, di lino, di stoffa, ma pur sempre un pannolino! Essendo datata ’64, perciò oramai considerata vintage, perciò ricercata e DOC, posso affermare che nella mia epoca non erano ancra stati inventati i Pampers, quindi stoffe a volontà, sporcate con continuità, lavate e bollite non senza difficoltà.Onore al merito a Donna Bianca, che “stergiava”,(puliva con tenacia) che era un piacere, occultando a dovere le macchie di cacca e pipì che inevitabilmente producevo a quell’età. Anzi, le smacchiava alacremente pure con cenere di caminetto, la candeggina di allora, dopo averle bollite nel pentolone di rame, per mostrare alle altre puerpere che i suoi ciripà e le sue pezze erano più linde delle loro,. Occorreva far sparire la macchia di cacca, come fosse un disonore! Mi auspico che il calderone preposto all’uso, fosse solo per quell’uso e non per fare le marmellate e la conserve che poi distribuiva, previo pagamento salato, a parenti ed amici. Tornando alla questione del grembiulino con sotto il pannolino, spendo volentieri una parola sul neonato/a: ditemi che cosa può fare, un neonato, se non piangere, succhiare il latte e fare la popò e la pipì. E’ il suo mestiere: non deve far altro che eseguire la suzione, dove trova soddisfazione e svuotare il pancino, per ricominciare daccapo, dopo poche ore.
Son passata poi al grembiulino per recarmi alle Scuole Elementari, rigorosamente bianco, inamidato di brutto,allacciato anche sul davanti oltre che sul retro, rigido dall’amido di riso usato per stirarlo! Per indossarlo dovevo irrigidirmi anch’io come dovessi entrare in una cassa da morto!Roba da matti! Il fiocco azzurro, (ai miei tempi erano tutti azzurri e non rosa et azzurri..) era enorme, con le ali così grandi ed ingombranti che sovente, me le ritrovavo in bocca, non potendo far altro che morderle con voluttà. Ben sapendo che avrei scatenato le ire funeste di Donna Bianca! Passano gli anni e a dieci, in quinta elementare, divento Signorina. Non si poteva dire “le è arrivato il menarca”, non stava bene, non si addiceva ad una bambina perbene di buona famiglia asserire che aveva il ciclo mestruale, quindi si sussurrava, alle orecchie delle altre mamme e con un filo di voce,“Fabiana è diventata Signorina!”, quindi sotto al grembiule altro pannolone. Siete stanchi, delusi, disorientati?Non è ciò che vi aspettatavate? Stamane, invece sotto al grembiule rosso e nero che ho indossato per l’occasione, con pizzi e pettorina di voile, frappè e nastrini… a proposito, nella mano sinistra ho anche un frustino, la destra la sto usando per scrivere, porto un mascherina nera sugli occhi, poi…sotto all’indumento incriminato, indosso…….behhh ve lo dico alla fine del post, così siete costretti a leggerlo tutto! Prosegue la mia storia e la signorina Fabiana, diventa una ragazza non molto alta, ma proporzionata, morbida e burrosa, taglia comunque quaranta e inizia a sfilare (per vanità e beneficenza) con abiti da sposa multistrati o a “meringa” di gran moda negli anni ottanta. Puntualmente, ogni volta che c’era una sfilata importante, come quella volta al teatro L. Ariosto di Reggio Emilia, nella quale il ricavato era per l’UNICEF, avevo il mestruo, accipicchia! Perciò come fare per non sporcare quell’immacolato e zuccherosissimo abito da sposa con venticinque sottogonne? Ma è ovvio e scontato: mi misero un triplo pannolone da bebé, incapsulato in un paio di pantaloncini bianchi da corridore, tanto con tutti quei sottogonna non si sarebbe visto! Passano gli anni, ma venti son lunghi, però questa donna ne ha fatta di strada (lo dice A.C. ndr) ed inizia a coltivare una delle sue molteplici passioni: quella per la cucina e le ricette! E qui sono dolori, cerca i grembiuli più colorati e strani, li vuole originali e colorati, fa una fatica pazzesca a trovarli nei negozi e alla fine, voi lo sapete bene, li trova nel baule della nonna. Ad ogni compleanno, ricorrenza speciale, incontro audace, o anche semplicemente quando sono sola in casa, mi diverto ad indossarne uno a caso, con cuffietta, calze e guantini coordinati! Ebbene, sotto al grembiule che indosso mentre scrivo, ho dovuto per necessità indossare una cintura Gibaud, modello Ortho, l’ernia al disco grida vendetta! Mamma mia, non ci sono più i seni sodi granitici di una volta, la schiena è ancora diritta ma l’ernia ha usucapito il territorio e nel piede sinistro l’alluce valgo sta facendo la sua comparsa e si sta costruendo una cipolla di Tropea…Ma sapete, sono cose della vita e come dico sempre, vanno prese un po’ così, io comunque sino qua ci sono arrivata e son contenta ugualmente. La mia vita sino ad oggi l’ho vissuta appieno e continuo a farlo, facendo solo ed esclusivamente ciò che mi pare e piace, non pretendo altro. Ora vi saluto, vi abbraccio tutti quanti e vi do appuntamento alla saga di “Casalinghe, sotto al grembiule niente:Terzo Capitolo”. A rigor di logica, quando lo scriverò , forse forse sotto a quel grembiule avrò un altro pannolone, penso quello per l’incontinenza senile! Buona giornata a
La vostra inossidabile Fabiana.