Che domandona con il caldo che fa! Parto da un concetto molto personale che la nostra vita è già stata tracciata, poche situazioni per non dire nessuna sono lasciate alla nostra libera scelta. In genere quando meno ce l’aspettiamo accadono e di solito non siamo preparati ad accoglierle. Le abbiamo aspettate per mesi o anni e nulla, poi un bel giorno accade l’insperato. O ciò che non avremmo mai voluto accadesse proprio a noi. Credo che uno di quei casi che non vorremmo accadesse mai sia quello delle separazioni e conseguenti divorzi, sempre più in aumento negli ultimi anni per la non capacità di accettare i difetti e le incompatibilità di carattere con l’altro/a. Siamo diventati insofferenti e suscettibili a tutto e a tutti, marito compreso. Se una volta si doveva sopportare il matrimonio e tirare avanti situazioni pesanti, vuoi perché la donna non era autosufficiente economicamente e per altre ragioni che qui non elencherò, oggi non ci vuole molto a chiudere una relazione anche se ci sono figli. La prima parte della nostri vita viene così chiusa e in un certo modo archiviata, tentando di comportarci come non fosse mai esistita. Selle riviste patinate si legge di personaggi famosi che si fidanzano, poi in quattro e quattr’ otto si sposano, fanno quasi subito un figlio se non è già in viaggio, poi dopo poco tempo si lasciano. E fin qui mi tocca dire, niente di nuovo all’orizzonte, sempre facendo riferimento ai tempi di oggigiorno. Quello che mi spiazza è che in brevissimo tempo trovano un compagno/a nuovo, lo frequentano un poco e poi di nuovo una gravidanza e così via anche per due/tre matrimoni nel corso della vita. Non sono bacchettona né tanto meno moralista, però sono obiettiva e mi domando come sia possibile piangere sino al giorno prima perché nostro marito ha un’altra donna, cosa durissima da digerire per noi donne! poi in breve ci dichiariamo innamorate perse di un altro e ci facciamo pure un figlio. Che va a sommarsi con quelli delle nozze precedenti. Noto un’urgenza quasi corporale e fisica, lacerante di non rimanere sole ma di “rifarci” una dignitosa vita. Come se una vita fosse un vestito nuovo da acquistare. Se nel primo matrimonio o convivenza senza firme, usiamo dire che ci stiamo facendo la nostra nuova vita, dopo il divorzio affermiamo che ce la stiamo “rifacendo”. Non mi piace per niente questo verbo: rifare. E’ come dire che stiamo tentando un rammendo, ci mettiamo una toppa alla nostra vita e proviamo a continuare a vivere con le pezze nel sedere. Pezze che però si riferiscono a vite umane, sentimenti nuovi, case nuove, figli nuovi che dovrebbero in teoria amare i “vecchi” ed il nuovo compagno essere in perfetta sintonia con la prima figlia. E andare così tutti quanti d’amore e d’accordo nella nuova e rifatta famiglia. Spesso non è così. E ritorno al termine antipatico “rifarsi” una nuova vita. Soffermiamoci a riflettere e pensiamo che noi rifacciamo una cosa se la prima non è venuta bene, come la torta o un arrosto. In questo caso tentiamo di intraprendere una nuova vita ed un nuovo cammino che nulla ha a che vedere con il primo. Non stiamo rifacendo pace con il primo compagno, cioè non stiamo tentando di ricucire il rapporto e di ricominciare con lui, ma siamo desiderose e smaniose di avere un compagno nuovo, rifacendoci un qualcosa che non c’è più. La faccenda è molto intricata e non è certamente tutta rose e fiori come si evince dai giornali, con la solita ricetta: tradimento, nuova compagna/o, separazione dei due coniugi, liti per l’affidamento dei bambini, nuovo amore oramai dichiarato, nuova pancia e nuova convivenza. Accrocchio? Tentativo di ricominciare tutto, come quando avevamo vent’anni, ed eravamo pieni di sogni e di desideri? Voglia di rivincita e di rivalsa? Potremo anche avere una nuova e seria famiglia, ben venga! Ma non sarà mai facile far andare d’accordo tutto il complesso sistema famigliare tra la vecchia vita e quella “rifatta”. Se poi ci sono figli dalla prima unione le cose si complicano ulteriormente e nascono fattori limitanti la bellezza e l’armonia della nuova unione. Ma questo noi a priori non vogliamo nemmeno udirlo!
La mia nuova vita che mi sono rifatta, andrà a meraviglia, questa volta non sbaglierò e sarà per sempre. Faremo un figlio che ci unirà ancora di più e cancellerò con un colpo di spugna tutto il passato. Diciamo cose nelle quali non crediamo tanto nemmeno noi, ma è troppo forte, è più forte di noi e spesso la solitudine ci fa fare altri errori difficilmente rimediabili. I ripieghi ed i rammendi anche se fatti ad arte si vedono ugualmente e non sfuggono all’occhio critico che sappiamo avere all’occorrenza.